Lascarsa qualità del sonno può avere un impatto negativo sulla memoria. La ricerca ha già dimostrato che le fluttuazioni nella durata del sonno notturno e la ridotta qualità del sonno compromettono la capacità degli anziani di ricordare informazioni su eventi passati. È noto da decenni che durante il sonno accadono cose importanti in termini di consolidamento della memoria e di rafforzamento dei ricordi. La ricerca attuale suggerisce che alcuni disturbi del sonno, come l’apnea notturna, possono influenzare la funzione della memoria.
Legame tra apnea notturna, funzione della memoria e rischio di Alzheimer
Un gruppo di ricerca guidato dall’Università della California, Irvine, ha scoperto il legame tra la frequenza degli eventi di apnea notturna durante la fase di movimento rapido degli occhi e la gravità della compromissione della memoria verbale negli anziani a rischio di Alzheimer. La memoria verbale si riferisce alla capacità cognitiva di trattenere e richiamare informazioni sotto forma di parole o testi scritti ed è particolarmente vulnerabile alla malattia di Alzheimer.
Lo studio, recentemente pubblicato online sulla rivista Alzheimer’s Research & Therapy, ha scoperto un legame specifico tra la gravità dell’apnea notturna – quando la respirazione si interrompe durante il sonno – e la compromissione della cognizione. Livelli più elevati durante le fasi REM rispetto alle fasi non-REM sono stati associati a prestazioni di memoria inferiori. Questi risultati hanno identificato le caratteristiche specifiche dell’apnea notturna che sono correlate alla memoria, il che è importante perché gli eventi che si verificano durante il sonno REM sono spesso clinicamente trascurati o banalizzati.
La maggior parte delle ore di sonno non cade durante il sonno REM, quindi la media complessiva della gravità dell’apnea può sembrare molto più bassa di quella che si osserva tipicamente durante il sonno REM. Ciò significa che i soggetti a rischio possono essere diagnosticati in modo errato e trattati in modo non corretto perché gli attuali standard di valutazione non si concentrano sulla gravità dell’apnea specifica per ogni fase del sonno.
Inoltre, i ricercatori hanno scoperto che una percentuale maggiore di eventi apneici nelle donne si verifica durante il sonno REM rispetto agli uomini, contribuendo forse al loro maggiore rischio di malattia di Alzheimer. Lo studio ha coinvolto 81 adulti di mezza età e anziani del Wisconsin Alzheimer’s Disease Research Center con elevati fattori di rischio, il 62% dei quali erano donne. I partecipanti sono stati sottoposti a polisonnografia – un test completo che registra le onde cerebrali, i movimenti oculari, l’attività muscolare, i livelli di ossigeno nel sangue, la frequenza cardiaca e la respirazione durante il sonno – e a una valutazione della memoria verbale.
I risultati hanno mostrato che gli eventi di apnea durante la fase REM sono un fattore cruciale che contribuisce al deterioramento della memoria verbale, soprattutto nei soggetti con una predisposizione genetica al morbo di Alzheimer e in quelli con una storia parentale della malattia. Questi risultati evidenziano la complessa relazione tra apnea notturna, funzione della memoria e rischio di Alzheimer. Secondo i ricercatori, l’identificazione e il trattamento degli eventi specifici della fase REM sono fondamentali per sviluppare approcci proattivi e personalizzati alla valutazione e al trattamento in base ai modelli di sonno individuali.